L’impegno di un romanzo

Capisco di essere stato assente da queste pagine negli ultimi tempi, ma se non mi sono fatto sentire è perché continuo a lavorare al romanzo che sto scrivendo, il cui impegno non è certo indifferente.

A volte penso che scrivere romanzi sia una maledizione, perché sottrae tanto tempo e quindi tanta visibilità. Una cosa è pubblicare tre o quattro racconti l’anno, un’altra è pubblicare un romanzo ogni anno. Nel primo caso la visibilità rimane alta perché le pubblicazioni sono più frequenti, nel secondo caso mi ritrovo a stare in silenzio per un anno per poi spuntare all’improvviso e dire “ehi, vi ricordate di me? Ma si, quello del Cuore di Quetzal! Ho scritto un altro romanzo, vi va di leggerlo?”.

Purtroppo, l’impegno di un romanzo è completo. Ti assorbe del tutto, succhiandoti ogni energia creativa che invece potrebbe essere usata parzialmente per scrivere testi più brevi, il necessario per mantenere alta la presenza in Rete durante la stesura del romanzo più corposo.

Ci avevo provato a scrivere racconti mentre scrivevo un romanzo, ma alla fine il risultato è stato che il romanzo non l’ho più finito e mi sono dedicato ad altro. Forse la formula corretta è fare una sola cosa e farla bene, ma la Rete oggi impone agli scrittori come me una presenza costante e duratura e rimanere nascosto nell’ombra per un anno non è proprio una cosa che mi posso permettere di fare.

Per adesso continuo a scrivere Deep Web. Non ho idee per altri racconti in questo momento, quindi anche volendo non saprei che altro scrivere. Vediamo come va, ma sappiate che sono sempre qui al lavoro per voi!


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