Il blocco dello scrittore. Cos’è e come superarlo

Il blocco dello scrittore

L’altro giorno ho incontrato una mia amica scrittrice, la quale mi ha detto che ha iniziato diversi lavori tra romanzi e racconti ma poi si è bloccata senza sapere come procedere. Il classico blocco dello scrittore. In questo post vedremo insieme di cosa si tratta e come si può superare.

Il blocco dello scrittore è una condizione in cui non si è più in grado di andare avanti con ciò che si sta scrivendo. Stiamo scrivendo una storia, magari un romanzo di un certo respiro, sembra che vada tutto bene e poi, improvvisamente, sbattiamo la testa contro un foglio bianco e non riusciamo più ad andare avanti. Rimuginiamo, fantastichiamo, ma niente, la fantasia non risponde e siamo costretti e mettere momentaneamente nel cassetto ciò che stavamo scrivendo.

A tutti capita il blocco dello scrittore, in forme più o meno gravi. A me è successo un sacco di volte. Ho il PC pieno di file che avrebbero dovuto diventare romanzi e che invece sono rimasti tronchi. Alcuni di quei romanzi li ho recuperati e terminati, ma altri giacciono ancora lì, pronti per essere resuscitati in qualsiasi momento.

Il blocco dello scrittore è un momento difficile. E’ frustrante non riuscire ad andare avanti ed è anche demotivante, in quanto fa pensare che se non riusciamo a proseguire vuol dire che la storia non merita o che non siamo abbastanza bravi.

La buona notizia è che niente di tutto questo è vero e non dobbiamo scoraggiarci. Il blocco è causato da un fattore molto semplice: non abbiamo idee sufficienti per andare avanti. Sembra una banalità, ma capiamo bene cosa significa; ciò che abbiamo in testa in merito al romanzo (o racconto, sceneggiatura o quant’altro) che stiamo scrivendo non è sufficiente ad alimentare la nostra creatività e, quindi, a proseguire con la scrittura. In pratica, l’idea della storia che ci siamo fatti nella nostra testa non è ancora abbastanza solida da poter essere buttata giù completamente, pertanto non riusciamo a proseguire oltre un certo punto.

Ma allora che fare per sbloccarsi? Ognuno ha i suoi metodi, ma io personalmente preferisco prevenire il blocco dello scrittore e, quando si manifesta comunque, curarlo. Per prima cosa, prima di scrivere qualsiasi tipo di testo, devo farmi un’idea di cosa voglio buttare giù. Mettersi al PC e scrivere senza avere neanche un’idea vaga in testa è pura follia, secondo me. Prima o poi ci si blocca per forza. Bisogna piuttosto avere in mente almeno una bozza dello svolgimento, dall’inizio alla fine. Non c’è bisogno di essere dettagliati, ma avere un’immagine di come, orientativamente, procederà la storia, sicuramente aiuta a prevenire il blocco.

In passato scrivevo delle scalette dettagliate che mi aiutavano durante la stesura. Con il tempo ho imparato che forse una scaletta troppo dettagliata rischia di lasciare poco spazio alla fantasia del momento, per cui ho scelto una via di mezzo, ovvero una bozza di trama non troppo dettagliata che mi indirizzi con sicurezza mentre scrivo ma che lasci margini alla mia fantasia.

Ma se il blocco si verifica lo stesso? Che fare? Se si verifica vuol dire che il punto della storia al quale siamo arrivati non è stato approfondito nella misura giusta. Abbiamo trascurato l’importanza di questo passaggio in fase di scaletta e adesso non riusciamo ad andare avanti. Ciò che suggerisco è di fermarsi un momento e fantasticare sul passaggio che vorremmo scrivere. Non usiamo troppo la razionalità (in prima stesura evitiamo di essere troppo freddi e calcolatori), piuttosto lasciamo alla nostra fantasia il compito di colmare il vuoto. Come uno scultore che si sofferma sul dettaglio di una statua, anche noi dobbiamo rifinire quel punto della storia. La cosa migliore è fantasticare non solo sugli eventi, ma soprattutto sui personaggi e sul modo in cui reagiscono a ciò che gli capita. Se non ci vengono idee, proviamo a stimolare la fantasia con qualcosa che ruoti intorno a ciò che ci serve scrivere. Per esempio, una caratteristica di un personaggio, il suo carattere o una sua abitudine, oppure qualcosa di completamente casuale che sconvolge la sua routine e lo obbliga a prendere delle decisioni inaspettate. A partire da questo sviluppiamo ciò che fa il personaggio sulla base di come l’abbiamo pensato durante la scaletta e, quasi senza accorgercene, staremo fantasticando su come andare avanti con la storia.

La parola chiave è quindi lasciarsi guidare dalla fantasia, senza necessariamente legarci troppo a quanto abbiamo già scritto. Ci sarà sempre tempo per essere razionali e raccordare i vari pezzi, ma i mattoni principali devono essere comunque pronti e il modo migliore è lasciare che sia la nostra creatività a suggerirceli. Impariamo quindi ad ascoltarla e a farci dettare da lei cosa scrivere.

So che sembra ovvio risolvere il blocco dello scrittore affidandosi alla creatività, ma secondo me è la chiave di tutto e mi ha aiutato davvero tantissime volte. Spesso ci si blocca non solo perché non si hanno idee, ma perché si cerca di sopperire alla mancanza di esse prolungando razionalmente ciò che abbiamo già scritto, con rapporti causa-effetto e raccordi puramente logici. Niente di più sbagliato! E’ la nostra creatività, la spinta interiore che ci invita a scrivere, ciò che ci aiuterà ad andare avanti. Per la razionalità ci sarà sempre tempo, ma in fase di prima stesura bisogna imparare a spegnerla.

Questo, in pratica, il modo in cui gestisco il blocco dello scrittore. E il vostro qual è?


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4 Commenti

  1. Ferruccio

    Se scrivere è il nostro lavoro, trovo sia una scusa addossarci un blocco dello scrittore, visto che il novantacinque per cento della scrittura è solo “olio di gomito” usato attorno a un cinque per cento di idee. Scrivere, scrivere, scrivere e scrivere ancora è il sistema per non incontrarlo.

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    1. Gianluca (Autore Post)

      Sono d’accordo. Sicuramente l’esercizio della scrittura aiuta moltissimo a prevenire il blocco. Molti scrittori hanno fatto della regolarità della scrittura il loro cavallo di battaglia per essere prolifici ed efficaci.

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  2. Ted Braun

    Carissimo Gianluca, mi complimento con te per il magnifico asserto! Anch’io tempo fa ne ho scritto uno e… coincidenza, ho utilizzato la stessa immagine utilizzata da te, decisamente esplicativa e romanticamente in bianco e nero, con la quale ci identifichiamo un po’ tutti! Quanto hai scritto è tutto vero e vale per molti di noi. Mi limito tuttavia ad alcune considerazioni soggettive, in quanto nella sconfinata fantasia della narrazione, non esiste una sola prescrizione per curare l’ineffabile blocco creativo. Ognuno di noi sa che scrivere fa parte di noi stessi e concordiamo sul fatto che non ne possiamo fare a meno. D’altra pare è vero, e concordo, che mettersi ad una tastiera senza idee è solo follia, un modo bizzarro per sprecare il tempo senza risultati. Ogni storia nasce da un’ispirazione, un lampo di luce dove siamo in grado di vedere ciò che non esiste. La nostra abilità sta nel prendere appunti al momento (per esperienza è meglio scriverli anche su un tovagliolo in quel preciso momento) per poi riprenderli in un secondo momento, ma senza aspettare troppo. Si traccia la famosa scaletta, una serie di note “prive di senso” se lette da un comune mortale. Poi riordiniamo i concetti, sviluppiamo la trama, organizziamo al storia, introduciamo i personaggi, delineando il loro carattere e tutto il resto: Testa, Corpo e Coda. A questo punto cominciamo a scrivere. Se perdiamo il senso del tempo è una situazione a dir poco straordinaria: è come se fossimo nel presente, ma in una dimensione alla quale sono noi possiamo accedervi. E’ quello che io chiamo il momento magico. Tuttavia il blocco è sempre in agguato. Una sorta porta chiusa e serve una chiave per aprirla: sfondarla significherebbe cadere nel vuoto. Recentemente ho riscritto almeno tre versioni di uno stesso romanzo (ovviamente non ancora pubblicato) perché nella rilettura non mi sono riconosciuto. E’ come se fosse stato scritto da qualcun altro. Deprimente, dico davvero. Questo è successo solo perché ho voluto con insistenza sfondare quella porta e il risultato è stato a dir poco osceno. Per avere la prova del nove, ho proposto le stesure a persone fidate, risposta:
    “La storia è buona ma potrebbe essere scritta meglio. Di chi è?”
    “Un po’ troppo lezioso e ridondante. Manca di dinamicità. Non l’hai scritto tu vero?
    Non ho avuto ancora il coraggio di proporre la terza versione, credo si tratti di timore. Quello che ho capito è che quando arriva il blocco si debba agire passivamente. Nessuna forzatura. Io cerco di distrarmi, di staccarmi dalla storia, evitare di pensarci in continuazione. Mi dedico a “cazzeggiare”. Insomma, posso davvero permettermi di manipolare la creatività? di controllare la fantasia? di forzare quella porta chiusa? Direi proprio di no. Quindi, ho scelto di lasciarmi cullare dalle onde di un oceano sconosciuto, senza rotta e senza orizzonte. La corrente prima o poi mi farà approdare alla terra ferma e il sole sorgerà di nuovo all’orizzonte. Quando sarà il momento giusto, l’ispirazione, questa affascinante e indomabile Musa, tornerà a sussurrarci nuove meravigliose idee per completare il nostro romanzo. Ognuno di noi ha il proprio “obitorio” di romanzi interrotti: e chi non ce l’ha? E ogni tanto, catturato da sensi di colpa, scendo all’ultimo piano del computer e apro la porta la fredda porta della camera mortuaria per una silenziosa e pietosa visita a quelle storie interrotte. Tuttavia, anche in situazioni come questa, può accadere il miracolo di un “risveglio” perché non dimentichiamolo… con la fantasia tutto, ma proprio tutto può accadere.
    Un abbraccio affettuoso a Gianluca e a tutti i suoi seguaci!
    Ted Braun

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    1. Gianluca (Autore Post)

      Grazie per il tuo commento! Lieto che l’articolo ti sia piaciuto. Sì, il blocco dello scrittore è sempre molto soggettivo e uscirne richiede degli sforzi che sono diversi per ogni scrittore. Il segreto, però, è sempre quello: scrivere!

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