Scrivere dietro pseudonimo

Alcuni scrittori preferiscono pubblicare i propri lavori utilizzando, invece del loro vero nome, un nome di fantasia. Sono vari, nella letteratura, gli esempi di autori che hanno pubblicato nascondendosi dietro a uno pseudonimo. Ma cosa spinge un autore a nascondere il proprio nome dietro un nome fittizio?

In generale, i motivi possono essere molteplici. A volte un autore di successo vuole avere la certezza che la gente compri i suoi libri perché siano belli e non perché il nome in copertina sia il suo. Ciò per capire se è la sua popolarità a spingere i lettori a comprare i suoi libri oppure la loro qualità letteraria. Un esempio di questo uso dello pseudonimo è Stephen King, il quale ha pubblicato vari romanzi con lo pseudonimo di Richard Bachman.

Altri autori, invece, potrebbero preferire l’uso di uno pseudonimo per evitare che, se il libro non dovesse piacere, ciò possa influire sulla loro carriera. Nascosti dietro un nome di fantasia, non dovranno temere che il giudizio della critica si rifletta sul loro nome reale.

In altri casi, un autore può cimentarsi nella scrittura di una storia appartenente a un genere imbarazzante, come il genere erotico. In questi casi, una persona potrebbe vergognarsi di affiancare il proprio nome a un libro di questo genere, pertanto potrebbe decidere di usare un pseudonimo.

Ma quali sono i limiti nell’uso di uno pseudonimo? In generale, se vogliamo usarne uno, la cosa migliore è accertarsi che non corrisponda al nome di un autore vero (o di un altro pseudonimo). Dobbiamo nascondere la nostra identità, ma non rubare quella di un altro.

E a livello contrattuale? Se pubblichiamo un libro dietro uno pseudonimo i diritti d’autore sono ancora nostri? Allora, i diritti d’autore sono sempre attribuiti a una persona reale, quindi niente paura. Al massimo, nel contratto di pubblicazione con l’editore possiamo concordare l’uso di uno pseudonimo al posto del nostro nome vero.

Ma come scegliere uno pseudonimo? Sinceramente, preferisco gli pseudonimi anglosassoni. In Italia qualcuno pensa che se un libro lo ha scritto un straniero allora è più bello di molti libri italiani, quindi tanto vale scegliersi uno pseudonimo straniero. Inoltre, uno pseudonimo dev’essere facile da pronunciare e da ricordare. Meglio ancora se si scrive così come si legge. Io, se dovessi pubblicare dietro uno pseudonimo, seguirei queste regole.

E voi avete scritto o intendete scrivere qualcosa usando uno pseudonimo?


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